Tutto quello che devi sapere sulle agevolazioni 2026 per l’acquisto di carrelli elevatori, tra novità, rinnovi e incentivi da salutare. La guida aggiornata.
Se stai valutando l’acquisto o il noleggio di un carrello elevatore (o di un’intera flotta), allora sei proprio nel posto giusto, al momento giusto.
Infatti, con questo articolo vogliamo fare chiarezza proprio su tutte quelle che molto probabilmente saranno le novità della Legge di Bilancio 2026 (attualmente ancora in bozza), con un focus specifico su quelle che sono le agevolazioni previste per l’acquisto e il noleggio di uno o più carrelli elevatori per piccole e medie imprese.
In particolare, in questa guida troverai:
- cosa cambia davvero nel 2026;
- quali misure saranno ancora attive, quali in esaurimento, quali da salutare definitivamente;
- alcuni casi pratici;
- una tabella riassuntiva.
Indice dei contenuti
- 1 Incentivi e agevolazioni per carrelli elevatori: facciamo un passo indietro.
- 2 La vera novità 2026: il ritorno dell’iper-ammortamento.
- 2.1 In pausa Industria 4.0 e 5.0
- 2.2 Che cos’è l’iper ammortamento 2026?
- 2.3 A chi spetta l’iper-ammortamento 2026?
- 2.4 Periodo di validità e possibili estensioni
- 2.5 Quali beni sono agevolabili?
- 2.6 Le percentuali di maggiorazione previste
- 2.7 Dotazione finanziaria e obiettivo della manovra
- 2.8 Semplificazione delle comunicazioni e ruolo del GSE
- 2.9 Una possibile clausola “Made in EU”
- 3 Iper-ammortamento 2026: tabella di riepilogo
- 4 Nuova Sabatini 2026: una conferma importante
- 5 Pianificare oggi per investire meglio nel 2026
Incentivi e agevolazioni per carrelli elevatori: facciamo un passo indietro.
Prima di entrare nel merito di cosa ci aspetta nel 2026, vale la pena fare un recap veloce (ma utile) su quali incentivi si sono susseguiti negli ultimi anni per quanto riguarda i carrelli elevatori.
Partiamo dalla misura nota come Industria / Transizione 4.0, valida nel corso del 2022, che ha sostenuto gli investimenti delle imprese italiane in beni strumentali “evoluti” tramite un credito d’imposta.
In parole semplici: l’azienda acquistava un bene nuovo e, se quel bene rientrava tra quelli ammessi e rispettava requisiti specifici (come la digitalizzazione e l’interconnessione ai sistemi aziendali), poteva recuperare una parte della spesa sotto forma di credito utilizzabile fiscalmente, seguendo regole e scadenze precise.
Indicativamente le percentuali di recupero andavano dal 10% al 40% a seconda dell’investimento effettuato.
Per il biennio 2024-2025 si è potuto usufruire, invece, dell’Industria 5.0, una manovra legata in modo ancora più forte ai temi di efficienza energetica e riduzione dei consumi, con una procedura decisamente più strutturata in cui era necessario dimostrare anche un miglioramento energetico dimostrabile attraverso certificazioni ex ante ed ex post.
Anche in questo caso era previsto un credito d’imposta calcolato “a scaglioni”, ovvero in base all’investimento effettuato e alla riduzione dei consumi ottenuta, sia a livello di stabilimento che di processo produttivo.
In parallelo, in tutti questi anni è sempre rimasta attiva la Nuova Sabatini, conosciuta anche come Beni Strumentali o MIMIT, un’agevolazione “storica” e sempre rifinanziata, collegata a finanziamenti e leasing per l’acquisto di beni strumentali.
In pratica consente di ridurre il costo dell’investimento attraverso un contributo calcolato sugli interessi.
Questo contesto è fondamentale perché aiuta a leggere meglio le novità: nel 2026, infatti, la direzione sembra spostarsi dal credito d’imposta verso meccanismi fiscali diversi (come il ritorno delle maggiorazioni in ammortamento), ma per capire cosa conviene davvero, serve avere chiaro da dove arriviamo e con quali regole abbiamo giocato fino a oggi.
La vera novità 2026: il ritorno dell’iper-ammortamento.
In pausa Industria 4.0 e 5.0
Come abbiamo anticipato, con la Legge di Bilancio 2026 si profila un cambio di rotta importante nel sistema di agevolazioni per gli investimenti in beni strumentali.
Al centro della manovra, infatti, non troviamo più il credito d’imposta tipico dei piani Transizione 4.0 e 5.0, ma il ritorno dell’iper-ammortamento, uno strumento già conosciuto in passato e oggi ripensato in chiave più attuale.
C’è però un punto da chiarire subito: la misura è ancora in bozza e non definitivamente approvata. Il testo è oggetto di discussione parlamentare e potrà subire modifiche nel corso delle prossime settimane. Tuttavia, le linee guida sono già abbastanza chiare da permettere alle imprese di iniziare a orientarsi e pianificare.
Che cos’è l’iper ammortamento 2026?
L’iper-ammortamento è un’agevolazione fiscale, non un contributo diretto, che consente alle imprese di maggiorare fiscalmente il costo di acquisto di un bene strumentale nuovo, aumentando così le quote di ammortamento deducibili e riducendo il reddito imponibile su cui vengono calcolate le imposte.
In altre parole: non si riceve un credito, ma si paga meno tasse nel corso del tempo, grazie a una deduzione più elevata rispetto al costo reale del bene.
Questo meccanismo sostituisce in tutto e per tutto il credito d’imposta che ha caratterizzato i piani 4.0 e 5.0 negli ultimi anni.
A questo proposito, il nuovo iper-ammortamento 2026 può essere visto come una sorta di sintesi tra Transizione 4.0 e Transizione 5.0:
- dall’Industria 4.0 riprende il focus su digitalizzazione, automazione, interconnessione e beni intelligenti;
- dalla Transizione 5.0 eredita l’attenzione verso efficienza energetica, sostenibilità e riduzione dei consumi.
→Il risultato è un incentivo unico che premia sia gli investimenti tecnologici sia quelli orientati al risparmio energetico, con maggiorazioni più elevate per chi dimostra un impatto ambientale positivo.
A chi spetta l’iper-ammortamento 2026?
Secondo l’impostazione attuale della norma, l’agevolazione spetta esclusivamente a:
- imprese titolari di reddito d’impresa (sono quindi esclusi i professionisti);
- imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi;
- imprese che operano in utile fiscale.
Questo ultimo punto è centrale: l’iper-ammortamento non genera un beneficio immediato per le imprese in perdita, perché la deduzione maggiorata può essere sfruttata solo in presenza di imponibile.
Periodo di validità e possibili estensioni
La finestra temporale attualmente prevista è:
- investimenti effettuati dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2026;
- con termine lungo al 30 giugno 2027, a condizione che:
- l’ordine sia accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2026;
- sia versato un acconto minimo del 20% entro la stessa data.
Sono allo studio ipotesi di estensione del piano fino al 2028, proprio per consentire alle imprese una pianificazione più strutturata degli investimenti. Al momento, però, si tratta solo di presupposizioni, non ancora formalizzate.
Quali beni sono agevolabili?
La bozza della manovra individua due grandi categorie di beni agevolabili:
- Beni materiali e immateriali “4.0”
Sono quelli già noti dagli allegati A e B della Legge 232/2016, a condizione che siano interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o della logistica.
- Beni strumentali per la transizione energetica
Rientrano gli investimenti finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per autoconsumo, inclusi:
- impianti di produzione;
- sistemi di accumulo;
- soluzioni che contribuiscono alla riduzione dei consumi energetici del sito o dei processi produttivi.
Nel caso dei carrelli elevatori, il collegamento con l’agevolazione può avvenire sia tramite componenti digitali (gestione flotta, interconnessione, controllo utilizzi), sia attraverso soluzioni che migliorano l’efficienza energetica complessiva del processo logistico.
Le percentuali di maggiorazione previste
Con l’iper-ammortamento 2025, la maggiorazione del costo del bene avviene per scaglioni di investimento:
- 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 100% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro
- 50% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro
Per gli investimenti che consentono un miglioramento energetico misurabile (riduzione dei consumi dello stabilimento ≥ 3% o dei processi ≥ 5%), sono previste maggiorazioni rafforzate:
- 220% fino a 2,5 milioni di euro
- 140% tra 2,5 e 10 milioni di euro
- 90% tra 10 e 20 milioni di euro
Dotazione finanziaria e obiettivo della manovra
La misura prevede una dotazione complessiva stimata in 6,3 miliardi di euro.
L’obiettivo dichiarato del Governo è duplice:
- stimolare nuovi investimenti produttivi, dopo anni di incertezza;
- orientare le imprese verso tecnologie più efficienti, digitali e sostenibili, riducendo l’impatto ambientale dei processi industriali e logistici.
Semplificazione delle comunicazioni e ruolo del GSE
Un altro elemento rilevante relativo all’iper-ammortamento 2026 riguarda la semplificazione degli adempimenti. Rispetto al credito d’imposta 5.0, il nuovo impianto dovrebbe ridurre gli oneri ex ante, pur mantenendo:
- certificazioni tecniche;
- perizie o attestazioni di conformità;
- comunicazioni standardizzate tramite piattaforma GSE.
L’obiettivo è quello di rendere il meccanismo più rapido e meno burocratico, evitando i rallentamenti che hanno penalizzato alcune misure precedenti
Una possibile clausola “Made in EU”
Infine, tra le ipotesi allo studio c’è anche l’introduzione di una clausola “Made in EU”, che limiterebbe l’accesso all’agevolazione ai beni prodotti all’interno dell’Unione Europea, almeno per quanto riguarda i beni materiali.
La misura avrebbe lo scopo di rafforzare la filiera industriale europea, ma su questo punto il dibattito è ancora aperto.
Iper-ammortamento 2026: tabella di riepilogo
| Elemento chiave | Iper-ammortamento 2026 |
| Tipologia di incentivo | Maggiorazione fiscale del costo del bene |
| Soggetti beneficiari | Solo imprese titolari di reddito d’impresa in utile |
| Beni agevolabili | Beni strumentali nuovi materiali e immateriali 4.0 + beni per autoproduzione energetica |
| Periodo di validità | Dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 2026, con prolungamento al 30 Giugno 2027 per ordini già accettati e con versamento d’acconto superiore al 20% entro il 31 Dicembre 2026. |
| Obiettivo della misura | Stimolare gli investimenti produttivi, digitali ed energeticamente efficienti |
| Stato della Manovra | In bozza, soggetto a possibili modifiche. |
Percentuali di maggiorazioni previste
| Fascia di investimento | Maggiorazione standard | Maggiorazione “green” |
| Fino a 2,5 milioni di € | +180% | +220% |
| Da 2,5 a 10 milioni di € | +100% | +140% |
| Da 10 a 20 milioni di € | +50% | +90% |
La maggiorazione “green” si applica se l’investimento consente:
- una riduzione dei consumi energetici del sito produttivo ≥ 3%, oppure
- una riduzione dei consumi dei processi produttivi ≥ 5%.
Nuova Sabatini 2026: una conferma importante
Accanto alle novità sull’iper-ammortamento, la Nuova Sabatini rimane anche per il 2026 uno degli strumenti più concreti e utilizzati dalle imprese, soprattutto per l’acquisto o il leasing di beni strumentali come i carrelli elevatori.
A differenza dei piani 4.0, 5.0 o dell’iper-ammortamento, la Sabatini non è un’agevolazione fiscale, ma un contributo in conto interessi legato a un finanziamento o a un leasing. L’obiettivo è ridurre il costo complessivo dell’investimento, semplificando l’accesso al credito per le PMI.
Il grande vantaggio della Nuova Sabatini è la sua semplicità operativa: non richiede interconnessione, perizie complesse o certificazioni energetiche, ed è quindi spesso la soluzione più rapida per chi deve rinnovare o ampliare il parco macchine senza entrare in meccanismi fiscali articolati.
Proprio per questo, nel 2026 continuerà a rappresentare un’opzione molto interessante per le aziende che cercano certezze, tempi rapidi e minore burocrazia, anche in combinazione con altre valutazioni fiscali.
Pianificare oggi per investire meglio nel 2026
Il quadro degli incentivi per il 2026 è in piena evoluzione e, come spesso accade in queste fasi di transizione, le opportunità convivono con un certo grado di incertezza.
Il ritorno dell’iper-ammortamento segna un cambio di approccio importante rispetto agli ultimi anni con meno credito d’imposta immediato e più attenzione alla pianificazione fiscale. Allo stesso tempo, strumenti più consolidati come la Nuova Sabatini continuano a offrire un supporto concreto e immediatamente utilizzabile per chi deve rinnovare o ampliare il proprio parco mezzi.
Quando si parla di carrelli elevatori, la scelta non riguarda solo il modello o la tecnologia, ma anche come e quando investire, se puntare su acquisto o noleggio, e quale percorso agevolativo sia davvero coerente con la struttura e gli obiettivi dell’azienda.
Ogni impresa ha esigenze diverse: c’è chi deve massimizzare il beneficio fiscale, chi cerca semplicità operativa e chi punta soprattutto a migliorare sicurezza, efficienza ed affidabilità nel tempo.
Per questo motivo, prima di prendere decisioni affrettate, è fondamentale analizzare il contesto specifico, incrociando aspetti tecnici, fiscali e operativi. Le agevolazioni possono rappresentare un’opportunità importante, ma solo se inserite in una strategia ragionata e sostenibile.
Se stai valutando l’acquisto o il noleggio di un carrello elevatore nel 2026, possiamo aiutarti a capire quali soluzioni sono più adatte al tuo caso e quali agevolazioni ha senso considerare, alla luce delle normative in evoluzione.
Contattaci per un confronto: partire dalle informazioni giuste è il primo passo per investire meglio.

